𝑳𝒂 𝒗𝒊𝒐𝒍𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒇𝒆𝒎𝒎𝒊𝒏𝒊𝒍𝒆 𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒊𝒏𝒅𝒓𝒐𝒎𝒆 𝒅𝒊 𝑶𝒕𝒆𝒍𝒍𝒐

𝔄𝔡𝔡𝔦𝔬 𝔭𝔢𝔯 𝔰𝔢𝔪𝔭𝔯𝔢 𝔰𝔢𝔯𝔢𝔫𝔦𝔱𝔞', 𝔞𝔡𝔡𝔦𝔬 𝔤𝔦𝔬𝔦𝔞! 𝔏𝔞 𝔪𝔦𝔰𝔰𝔦𝔬𝔫𝔢 𝔡𝔦 𝔒𝔱𝔢𝔩𝔩𝔬 𝔢' 𝔠𝔬𝔪𝔭𝔦𝔲𝔱𝔞... 𝔒𝔥 𝔪𝔬𝔫𝔡𝔬, 𝔦𝔬 𝔠𝔯𝔢𝔡𝔬 𝔪𝔦𝔞 𝔪𝔬𝔤𝔩𝔦𝔢 𝔣𝔢𝔡𝔢𝔩𝔢, 𝔢 𝔠𝔯𝔢𝔡𝔬 𝔠𝔥𝔢 𝔫𝔬𝔫 𝔩𝔬 𝔢'. ℑ𝔬 𝔠𝔯𝔢𝔡𝔬 𝔠𝔥𝔢 𝔱𝔲 𝔰𝔦𝔞 𝔤𝔦𝔲𝔰𝔱𝔬, 𝔢 𝔠𝔯𝔢𝔡𝔬 𝔠𝔥𝔢 𝔫𝔬𝔫 𝔩𝔬 𝔰𝔢𝔦... ℑ𝔩 𝔰𝔲𝔬 𝔫𝔬𝔪𝔢, 𝔠𝔥𝔢 𝔢𝔯𝔞 𝔩𝔦𝔪𝔭𝔦𝔡𝔬 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔦𝔩 𝔳𝔬𝔩𝔱𝔬 𝔡𝔦 𝔇𝔦𝔞𝔫𝔞, 𝔢' 𝔞𝔡𝔢𝔰𝔰𝔬 𝔟𝔲𝔦𝔬 𝔢 𝔫𝔢𝔯𝔬 𝔠𝔬𝔪𝔢 𝔦𝔩 𝔪𝔦𝔬 𝔳𝔬𝔩𝔱𝔬... 𝔑𝔢 𝔣𝔬𝔰𝔰𝔦 𝔦𝔬 𝔠𝔢𝔯𝔱𝔬!... 𝔙𝔬𝔤𝔩𝔦𝔬 𝔩𝔞 𝔭𝔯𝔬𝔳𝔞 𝔳𝔦𝔳𝔞 𝔡𝔦 𝔱𝔯𝔞𝔡𝔦𝔪𝔢𝔫𝔱𝔬... ℭ𝔢𝔡𝔦, 𝔞𝔪𝔬𝔯𝔢, 𝔞𝔩𝔩'𝔬𝔡𝔦𝔬 𝔩𝔞 𝔱𝔲𝔞 𝔠𝔬𝔯𝔬𝔫𝔞... 𝔇𝔞𝔫𝔫𝔞𝔱𝔞 𝔰𝔦𝔞, 𝔡𝔬𝔫𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔫𝔷𝔞 𝔬𝔫𝔬𝔯𝔢! 𝔖𝔦𝔞 𝔪𝔞𝔩𝔢𝔡𝔢𝔱𝔱𝔞!... 𝔑𝔬𝔫 𝔳'𝔢' 𝔞𝔩 𝔪𝔬𝔫𝔡𝔬 𝔲𝔫𝔞 𝔠𝔯𝔢𝔞𝔱𝔲𝔯𝔞 𝔭𝔦𝔲' 𝔰𝔬𝔞𝔳𝔢 𝔡𝔦 𝔩𝔢𝔦... 𝔈𝔭𝔭𝔲𝔯𝔢 𝔡𝔢𝔳𝔦 𝔪𝔬𝔯𝔦𝔯𝔢, 𝔭𝔢𝔯 𝔫𝔬𝔫 𝔱𝔯𝔞𝔡𝔦𝔯𝔢 𝔞𝔩𝔱𝔯𝔦 𝔲𝔬𝔪𝔦𝔫𝔦. 𝔇𝔢𝔳𝔬 𝔰𝔭𝔢𝔤𝔫𝔢𝔯𝔢 𝔮𝔲𝔢𝔰𝔱𝔞 𝔱𝔲𝔞 𝔩𝔲𝔠𝔢... 𝔖𝔦𝔦 𝔠𝔬𝔰ì, 𝔮𝔲𝔞𝔫𝔡𝔬 𝔰𝔞𝔯𝔞𝔦 𝔪𝔬𝔯𝔱𝔞, 𝔢 𝔦𝔬 𝔱𝔦 𝔲𝔠𝔠𝔦𝔡𝔢𝔯𝔬' 𝔢 𝔭𝔬𝔦 𝔱𝔦 𝔞𝔪𝔢𝔯𝔬'...

(Otello, Il moro di Venezia di William Shakespeare)

Otello con Desdemona addormentata, Christian Köhler, 1859

Nella tragedia shakespeariana, Otello è il comandante dell’esercito veneziano che, avvelenato dalle parole infide del consigliere Iago, convinto dell’infedeltà della moglie Desdemona, la uccide nel letto nuziale soffocandola con un cuscino, accecato e travolto dalla gelosia.

Otello rappresenta l’uomo carnefice che, nella società passata come in quella odierna, lede la donna per possesso, oggettivazione, gelosia delirante, potere di decidere le sorti di lei, passando dalla violenza (fisica, psicologica, sessuale) fino a procurarne la morte. Nell’ottica dell’uomo violento, la donna viene vista come oggetto anziché soggetto alla pari, su cui riversare la propria forza fisica, il potere economico ed altri modi che piegano e opprimono la dignità della donna. Molto spesso sono uomini che comprano il silenzio della donna, il suo diritto a opporsi, che sia con un mazzo di fiori, con un regalo, con qualcosa che reca in qualche modo un vantaggio alla donna abusata. Il più grande danno psicologico che può essere fatto alle donne è che il comportamento dell'uomo violento possa essere percepito come senso di protezione, distruggerle per poi medicarle, per poi distruggerle ancora, come con i prigionieri di guerra, convincendole che questo sia 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆… 𝒎𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒆'. Nessuna violenza è meritata, per nessun essere umano. 𝑫𝒐𝒗𝒆 𝒄’𝒆' 𝒗𝒊𝒐𝒍𝒆𝒏𝒛𝒂, 𝒏𝒐𝒏 𝒄’𝒆' 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆. E questo è un messaggio chiaro che va lasciato nella giornata contro la violenza alle donne.

In ragione di quanto detto, il dono che faccio alla donna in questa giornata è una visione chiara, attenta, cristallina e predittiva di alcuni comportamenti negli uomini spesso dati per scontato e giustificati dietro una banale e minimizzata “gelosia” che “legittima” nell’uomo l’abuso sulla donna, ma che, in realtà, connotano un disturbo mentale conosciuto come 𝑺𝒊𝒏𝒅𝒓𝒐𝒎𝒆 𝒅𝒊 𝑶𝒕𝒆𝒍𝒍𝒐. Nota anche come gelosia delirante, o gelosia ossessiva, o paranoia alcolica, si manifesta come forte convinzione di infedeltà del proprio partner (finanche a rendere la persona gelosa delirante e violenta), pur senza prove minime e/o significative. Sono persone, prevalentemente uomini, molto insicure, attaccate alla materialità, inclini allo stalking, cyberstalking, sabotaggio, e non a caso, crimini violenti. Spesso si associano a questo disturbo l’alcolismo, la tossicodipendenza, la disfunzione sessuale e/o delle forme psicotiche.

Riconoscere queste situazioni e queste fragilità mentali nell’uomo, che avvengono dentro le mura della propria casa, o quella altrui, o di chi ci circonda, è il primo passo per aiutare le donne a sentire che possono avere uno spazio diverso, uno spazio di parola, uno spazio di silenzio, uno spazio per trarre curare le ferite e riposare, uno spazio per avere la forza confinare l’uomo violento, uno spazio, insomma, per amarsi.

Donna con capelli gialli, Pablo Picasso, 1931