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L'importanza di una diagnosi precoce ed una presa in carico tempestiva: come riconoscere una disarmo

Aggiornamento: 3 gen 2023

I motivi per i quali nei bambini è auspicabile una diagnosi precoce di una eventuale disarmonia evolutiva sono molteplici. Il primo di essi è riconducibile alla plasticità sinaptica con il cui termine si fa riferimento alla capacità del sistema nervoso di modificare l'intensità delle relazioni interneuronali, di instaurarne di nuove e di eliminarne alcune. La plasticitá sinaptica fornisce all'individuo la possibilità di modificare continuamente i circuiti nervosi nel corso della vita, a seconda delle esperienze e degli stimoli esogeni. Si formeranno esperienza dopo esperienza nuovi e più collegamenti sinaptici che corrispondono ad un apprendimento e dunque ad una conquista sul piano evolutivo ed intellettivo. Nei primi anni di vita vi è una plasticità sinaptica maggiore rispetto a quella che vi è nelle epoche successive. Prima dell'adolescenza infatti il sistema nervoso è maggiormente predisposto ad accogliere nuovi stimoli dall'esterno e a costruire nuovi circuiti per pervenire all'apprendimento e bisogna sfruttare questa fase evolutiva per intervenire rispetto a condizioni di disarmonie evolutive che possono essere di vario tipo: dalla disabilità vera e propria al ritardo nell'acquisizione di alcune tappe di sviluppo; alla necessità di riabilitare funzioni e competenze prima possedute e poi perse o andate incontro a regressione. Ciò che è possibile acquisire, stimolare e supportare in alcune età chiave, non è possibile in altre; motivo per cui è necessaria un'analisi attenta dell'evoluzione dei nostri piccoli, dell'acquisizione delle tappe dello sviluppo psicomotorio e delle loro modalità comunicative e relazionali fin dalle prime epoche di vita, affinché sia possibile riconoscere le traiettorie di sviluppo anomale e farle attenzionare dalla figura di uno specialista che guiderà, se opportuno verso un adeguato percorso terapeutico il bambino e la rispettiva famiglia. Oltre che per la questione relativa alla maggiore plasticità dei circuiti nervosi, la diagnosi precoce e la successiva presa in carico neuropsicomotoria tempestiva, risultano fondamentali anche perché fino ai 4-5 anni vi sono competenze relative alle diverse aree (motorio-prassica, comunicativo-affettiva e relazionale) non ancora del tutto consolidate, dunque laddove ci fossero delle anomalie di sviluppo, sarebbe possibile intervenire entro questa età, ottenendo il migliore obiettivo in tempi minori. La diagnosi di una disarmonia evolutiva viene effettuata dal Neuropsichiatria infantile, il quale riceve il bambino generalmente perché attenzionato da parte della figura dell'insegnante o del genitore. Il ruolo del Neuropsichiatra infantile è, in una fase iniziale, quello di osservare con cura il bambino, evidenziare eventuali anomalie evolutive, comportamentali, comunicative, relazionali e indirizzarlo verso un programma terapeutico specifico e individualizzato che prevede un diverso numero di terapie settimanali e di vario tipo (logopedia, fisioterapia, neuropsicomotricitá) a seconda del tipo di difficoltà e della gravità. A questo punto, sorge spontaneo il quesito: se è fondamentale una diagnosi precoce da parte dello specialista e la successiva presa in carico, come fa chi osserva in prima linea il bambino a rendersi conto che è il caso di rivolgersi ad una figura competente? Come riconoscere una disarmonia evolutiva? Non sempre è semplice riconoscere una traiettoria di sviluppo atipica, ciò dipende dal grado di gravità della disabilità e dall'età del bambino. Più è piccolo e più è difficile discriminare se si tratta di un lieve ritardo di acquisizione di tappe dello sviluppo linguistico e/o psicomotorio o di un vero e proprio disturbo del linguaggio, disturbo della comunicazione e relazione o ritardo cognitivo con conseguente rallentamento nel raggiungimento delle tappe evolutive.

Alcuni esempi di tappe dello sviluppo cognitivo sono i seguenti:

4 mesi: è in grado di agire intenzionalmente su un oggetto per raggiungere uno scopo 8 mesi: cerca un oggetto nascosto, angoscia per l'estraneo ed ansia da separazione fisiologica Fino ai 10 mesi: sorride, emette vocalizzi e suoni sillabici (lallazione) 1 anno: pronuncia le prime parole ed emette suoni onomatopeici; sperimenta nuove strategie 1 anno e mezzo: il bambino indica per richiedere ciò di cui ha bisogno (chiede un gioco, l'acqua, il biscotto con il pointing richiestivo) nomina, ripete le parole, è in grado di fare giochi simbolici (è in grado di assumere comportamenti di finzione e simulazione) Il bambino imita più consapevolmente l'adulto, inizia a battere le mani, manda un bacio, fa il gesto di ciao, imita l'uso del cucchiaino, della spazzola, del telefono e del bicchiere. Usa il pointing dichiarativo per condividere col caregiver qualcosa di interessante per lui (es. vede un cane e lo indica alla mamma, in tali situazioni si evince una forma di attenzione molto importante a livello relazionale e comunicativo: l'attenzione condivisa) 2 anni: pronuncia frasi semplici, ha un vocabolario di 20 parole 3 anni: pronuncia frasi complete più di 3 anni: parla, ha un vocabolario sufficientemente ricco.

Le tappe dello sviluppo affettivo-relazionale

3 mesi: il bambino sorride alla vista del volto umano o di quello di una bambola 6 mesi: riconosce i volti familiari 8 mesi: fa il gesto del “ciao”, se sollecitato dai genitori 10 mesi: è in grado di richiamare l’attenzione su di sé 12 mesi: è consapevole di essere un individuo.

Tappe dello sviluppo motorio

3 mesi il bambino sorregge il capo 4 mesi il bambino passa gli oggetti da una mano all'altra e segue con lo sguardo il movimento dell'oggetto nello spazio 6 mesi il bambino mantiene la stazione seduta autonoma 8 mesi avvia il gattonamento 11 mesi cammina con appoggio lungo un tavolino (ramicazione costiera) 12 mesi deambula in autonomia; chiama la mamma e il papà che sono nell'altra stanza

Nonostante vi siano delle "etá chiave" nelle quali generalmente vi è l'acquisizione di competenze nelle diverse aree, bisogna tener conto dell'individualità del bambino e della sua unicità nei tempi e nei modi di evoluzione. Ci sono dei range di tempo entro i quali si può parlare ancora di sviluppo tipico ed oltre i quali, invece, se una tappa di sviluppo non è stata acquisita, si inizia a parlare di condizione patologica o anomala. Una maggiore attenzione e consapevolezza dei genitori ed una implementazione delle infrastrutture addette alla diagnosi e cura dei più piccoli possono, unitamente, evitare l'aggravarsi di situazioni a rischio e in altri casi prevenire la strutturazione di un disturbo nel tempo.


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