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Le strategie di sviluppo della relazione neuropsicomotoria: ascolto, osservazione ed imitazione.

Al di là del contesto istituzionale in cui lo psicomotricista opera, che può essere educativo, riabilitativo, terapeutico, ha come obiettivo prioritario sviluppare una relazione con il bambino.

Educare e curare vuol dire cercare e trovare una relazione autentica tra persone, mediante la quale si può guidare il bambino verso lo sviluppo delle sue potenzialità. Nel caso del TNPEE si tratta di una relazione che passa attraverso il corpo, in quanto in età evolutiva rappresenta la dimensione esistenziale per eccellenza del bambino.

Affinché questa relazione corporea sia facilitata, in psicomotricità, si utilizzano il gioco ed il movimento spontaneo.

Vi sono, inoltre, strategie comportamentali alle quali il terapista ricorre: ascolto, osservazione ed imitazione.



L'ascolto

Per quanto concerne l'ascolto, il bambino nei primi anni di vita, usa il corpo per comunicare, per esprimersi, per instaurare amicizie e conoscenza.

Il movimento corporeo diventa il linguaggio attraverso cui esprime sensazioni ed emozioni che si trasformeranno, con l'esperienza, in sentimenti, modo d'essere, tratti peculiari del proprio carattere e della sua personalità.

La modalità comunicativa del bambino è sempre globale, porta con sé informazioni di varia natura e ciò lo rende, spesso, confuso e al limite di un linguaggio contraddittorio, ma in ogni caso altamente significativo di tutto ciò che lui sta sperimentando dal punto di vista emozionale.

Si tratta di un complesso messaggio che raccoglie ciò che c'è attorno a sé e dentro di sé. Colui che comunica spera che il suo messaggio venga accolto ed essendo ciò fondamentale ma anche spesso difficile, bisogna porsi in posizione di ascolto. Ascoltare il bambino vuol dire cercare di vedere e sperimentare il mondo come lo vive lui, uscendo dalle posizioni da adulto e di razionalità, per accedere in punta di piedi nel suo mondo. Per far sì che ciò avvenga bisogna riappropriarsi della nostra dimensione di bambino e ritrovare la sensibilità arcaica che porti il nostro corpo ad agire più che a pensare, sentire più che interpretare, amare più che ragionare; facendo dialogare armonicamente la nostra parte infantile con quella adulta. Se sapremo ritrovare tale sensibilità e l'integrazione mente-corpo, comprenderemo il linguaggio non verbale del bambino e sapremo proporre le condizioni relazionali più idonee a favorire il suo processo maturativo.


L'osservazione

Per garantire l'ascolto è necessario un primo periodo di osservazione, proponendo al bambino un'attività di gioco e di movimento libero, ma anche interagendo con lui, si evita di entrare in contatto diretto con lui, facendo dettare a lui i tempi, gli spazi ed i modi dell'incontro con noi.

Bisogna mettere in atto un' osservazione partecipe. Lo psicomotricista partecipa al gioco, si muove, usa oggetti, invia messaggi col corpo, si presenta e inizia a raccontare chi è mediante il non verbale. Ci si stimola reciprocamente nella distanza, iniziando a condividere spazio e tempo per conoscersi.

L'osservazione partecipe crea un clima di serenità e di reciproca progressiva espressione e conoscenza che favorirà lo sviluppo della comunicazione e della costruzione di relazioni adeguate.



L' imitazione

Ogni essere umano si esprime mediante un modello comunicativo: il corpo, il tono muscolare, la postura, i movimenti sono messaggi che il bambino invia e che sono espressione dei suoi stati d'animo del momento, come pure aspetti emozionali più profondi legati alla sua storia personale.

Il modo in cui il bambino si muove, si esprime, è un modo di essere che ha costruito lungo il percorso maturativo e che raccoglie i momenti salienti del processo di separazione-indoviduazione-identificazione con i propri genitori.

Il modello comunicativo si costruisce attraverso un processo di imitazione-interiorizzazione dei modelli delle persone che lo circondano. Il modo di muoversi e di esprimersi esprime la sua dimensione psico-affettiva.

L'imitazione è una strategia importante per sviluppare la comunicazione con il bambino, durante il gioco psicomotorio. Anche se il bambino sembra non interessarsi a noi, sappiamo che ci "sente", ci vede; la sola presenza del nostro corpo che si muove rende un messaggio simile al suo e perciò comprensibile. Iniziare ad imitare via via di più il bambino, consente di esprimere lui un sentimento di vicinanza, di desiderio di incontrarlo, di accettazione: facendo come lui, assomigliamo a lui. In tale modo il bambino si aprirà alla comunicazione verso di noi. Pian piano il bambino inizierà ad imitarci fino a costruire gesti speculari. L'ascolto, l'osservazione, l'imitazione e la condivisione del gioco psicomotorio creano un'atmosfera e condizione esistenziale che lega lo psicomotricista ed il bambino: l'empatia, che crea fiducia nell'ambiente che lo circonda, nell'adulto e dunque anche in sé stesso.












DR.SSA FEDERICA DI PAOLO

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