Afrodite che i romani chiamavano Venere – dea della bellezza e dell’amore era la più bella fra le dee.
Esistono 2 versioni della nascita di Afrodite. Secondo Omero nacque semplicemente come figlia di Zeus e della Ninfa marina Dione. Secondo Esiodo, Crono – capo dei Titani – tagliò i genitali del padre Urano e li lanciò nel mare. Dal rimescolamento di acqua e sperma si sollevò una candida schiuma da cui nacque Afrodite, emergendo da questa fecondazione oceanica come dea già adulta.
L’archetipo e quindi la rappresentazione simbolica di Afrodite determina il piacere che le donne provano per l’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità. La dimensione dell’“amante” esercita una potente attrazione su molte donne. Quando Afrodite è forte nella personalità di una donna, può essere esigente come Era (archetipo della moglie) e Demetra (archetipo della madre) – perché la costringe ad assolvere sia alle funzioni creative che a quelle procreative.
Ogni donna nel momento in cui si innamora di qualcuno che ricambia quel sentimento, diventa la personificazione di Afrodite. Trasformata temporaneamente da essere mortale a dea dell’amore, la donna che lascia andare dentro di sé Afrodite, mostra di possedere sex appeal e un magnetismo personale che attira gli altri in un campo carico di erotismo che risveglia la consapevolezza sessuale; sale la tensione tra coloro che sono coinvolti ed entrambi si sentono belli e vibranti, mentre sono attratti l’uno verso l’altro.
Quando in determinate culture la sensualità e la sessualità vengono degradate, la donna Afrodite nel suo aspetto di amante viene considerata una tentatrice e/o una prostituta. Se l’archetipo riesce ad esprimersi, non di rado la donna si trova in opposizione con i modelli correnti di moralità fino a rischiare “l’ostracismo”.
Quando due persone si innamorano, ognuna vede nell’altra una luce speciale che la rende meravigliosa – una luce definita “l’aurea di Afrodite”. L’uno viene attratto dalla bellezza dell’altro che l’aurea rende magnetica. Nello spazio dorato che circonda i due soggetti coinvolti, le impressioni sensoriali si intensificano, il gusto e il tatto dell’amante sono potenziati, i profumi e gli odori più distinti. Quando una donna si innamora di qualcuno che non ricambia il suo amore, si sente posseduta da un desiderio crudele e da nostalgie non corrisposte. Non può fare a meno di cercare l’amato divenendone sempre respinta e l’intensità, splendida quando l’amore è ricambiato, rende il dolore più intenso.
Come esistono due versioni in cui il mito racconta la nascita di Afrodite, esistono due modi attraverso i quali questo archetipo viene alla coscienza. Il primo modo è sentito come drammatico, quando Afrodite in tutto il suo splendore emerge all’improvviso dalle acque dell’inconscio incutendo reverenza e timore. Quando, infatti, la sessualità emerge come dimensione istintuale scissa dall’intimità che si può creare con il partner, metaforicamente sembra assomigliare alla versione esiodea della nascita di Afrodite. Diverse donne in terapia raccontano di uno sconvolgimento inatteso: “Mi sentivo invasa da un desiderio che non sapevo neanche di avere. Mi faceva piacere, ma mi spaventava”. Questo può accadere spesso quando una donna diviene gradualmente consapevole della propria sensualità, erotismo e sessualità.
La seconda modalità in cui Afrodite viene alla coscienza è attraverso il rapporto e la relazione con il partner. Qui la versione omerica prende spazio e la nascita di afrodite è annunciata dall’orgasmo frutto del amore fisico e fusionale tra i due soggetti coinvolti da un desiderio nuovo di intimità fisica. Afrodite rappresenta, inoltre, la spinta a garantire la procreazione. Come archetipo collegato al desiderio sessuale e alla potenza della passione, può trasformare la donna in un veicolo di procreazione se non protetta dalla contraccezione.
A differenza della donna che fa l’amore perché desidera un figlio, come nell’archetipo di Demetra – la donna che vive in quel momento sotto l’influenza di Afrodite ha un figlio perché desidera sessualmente un uomo specifico, o perché desidera un’esperienza sessuale e/o sentimentale.
Afrodite è una forza immensa di cambiamento e creatività. Attraverso di lei confluiscono attrazione, unione, fertilizzazione, incubazione e nascita di una vita nuova. Così per la creazione di un figlio come per la nascita di un lavoro nuovo e creativo che viene da un coinvolgimento intenso e appassionato più o meno come quello per un amante. La creatività per molte persone è un processo sensuale, un’esperienza sensoriale d’immersione nel momento, che chiama in causa il tatto, il suono, l’immaginazione, il movimento e talvolta anche l’odorato e il gusto. Coltivare Afrodite significa essere più coinvolto in un’esperienza sensuale o sensoriale e quindi, abituarsi a sensibilizzare le percezioni e la concentrazione sul “qui ed ora” – invitandola ad essere presente. Coltivare un interesse per l’arte, la poesia, la danza o la musica ha lo scopo di immergersi in un’esperienza visiva, uditiva, comunque sensoriale di interazione profonda tra sé e il mezzo estetico/artistico, da cui può nascere qualcosa di nuovo.
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