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Il Piccolo Principe

Aggiornamento: 2 mar 2023

“La vita, la nostra rosa. La custodiamo stretta in una teca di vetro, osservando inermi la caduta dei suoi petali. Petali che portano il peso del tempo, petali che raccontano storie, che ci cambiano, ci maturano. Alcuni volano via leggeri nel vento di primavera; altri ci rimangono in tasca consapevoli che prima o poi, torneremo ad accarezzarli. Che siano setosi, rinsecchiti, spezzati. Ogni petalo è parte di una sola rosa, unica e inimitabile. E solo quando arriveremo all’ultimo dei ricordi, che sentiremo la necessità di raccoglierli, e di bruciarli vividi nella fiamma della memoria. La vita, come una rosa: basta un battito di ciglia, ed è già appassita.”



Saphire è un giovane “fiore” del Liceo Classico Pansini.

Ama Catullo, ama scrivere poesie, ama le rose.

I suoi occhi sono vispi e profondi, guardano al futuro e sognano. E mi ha donato la sua fiducia, dandomi la possibilità di leggere una sua poesia e condividerla.

Sabato 28 maggio il “Liceo classico Pansini mi ha aperto le porte di casa e mi ha aperto il suo cuore.

Ho incontrato tanti ragazzi, tanti sguardi, sorrisi, rossori, lacrime, paure, amicizia, voglia di vivere. Orgogliosi di mostrare ai propri familiari le loro creazioni.

Su un pannello c’erano disegni e poesie fatti da loro nel corso dell’anno, insieme ai professionisti di Anima Iris nel corso del “Progetto arte e psiche.

Affissi su quel pannello c’erano i loro sogni, i sentimenti, le paure, le incertezze, c’era la loro giovane vita messa alla prova da una grossa perdita.

Pochi mesi prima, Luca Piscopo, bello come il sole, amico di tutti, leader della classe, occhi grandi e sorriso dolce, ha lasciato questo mondo per tornare “dalla sua rosa “, lasciando qui chi lo amava, la sua famiglia, le sue insegnati, i suoi giovani amori, i suoi sogni e i suoi progetti. E qui sulla Terra è rimasta la sua mamma, con gli occhi persi nel vuoto alla ricerca di un suono, un fruscio, un impossibile ritorno. Hanno aperto la loro casa e mi hanno invitato Non sapevano che io avendo vissuto un’esperienza simile, riuscivo a capire e sentire le loro emozioni di quel momento.

Tutto il mio corpo conosceva Il dolore che si prova a sopravvivere ad una persona amata e cercare di trovare una strada, trovare un senso, trovare la forza di non sentirsi in colpa di sorridere ancora, di sognare e di costruire un futuro. Un futuro senza Luca!

In quell’aula magna erano tutti riuniti padri, madri, figli, insegnanti, i professionisti del gruppo Anima Iris che li ha accompagnati in questo percorso di sostegno per la rielaborazione del lutto. Mi sono emozionata e il mio cuore si è riempito di energia, pensando quanto amore, intelligenza e premura avevano avuto gli insegnanti, i dirigenti i genitori a capire che i loro cuccioli, non più bambini ma nemmeno adulti, avevano bisogno del sostegno, di lasciarsi andare al dolore e di tornare a sognare, senza la paura di morire a soli 15 anni.

Ho avuto l’onore di condividere con loro la mia esperienza, mi sono aperta a loro e mentre parlavo immaginavo di abbracciarli tutti grandi e piccini e ho sentito come nella condivisione, nel lasciarsi andare ai sentimenti, possa nascere la magia di aiutarsi a vicenda per affrontare i fulmini della vita.

Quando ho visto la mamma di Luca ho avuto un flash back incredibile e sono tornata a 18 anni fa.

Quello sguardo di dolore lo conoscevo, era lo stesso sguardo di dolore della mamma di Dario. E ho avuto solo il coraggio di guardarla e farle un sorriso mentre parlavo.

Mi sono sentita piccola difronte al suo dolore e non ho avuto la forza di parlarle, rispettando il suo silenzioso dolore…


Forse le avrei voluto dire signora ho un messaggio di Luca:


"Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!"


E rise ancora.


Ciao Luca!



Maria Di Pascale

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