“Memoria: una grande casa diventata piccola, tante sono le stanze dove si ha paura a entrare.” Fabrizio Caramagna
Quante volte è capitato che venga presentato un bambino o una persona anziana dallo psicologo accompagnato con affermazioni tipo: “ha poca memoria”; “si impegna, studia, ma poi non gli resta niente”; “dimentica le cose”.
In realtà capita a ciascuno di noi nella propria esperienza di vita quotidiana di avere “problemi” di memoria, ad es. entrare in una stanza e non ricordarne il motivo, dimenticare il codice di accesso per un servizio, oppure perdere il filo delle conversazioni mentre stiamo parlando. Si tratta di difficoltà disturbanti che creano malessere e preoccupazioni. Innanzitutto, dobbiamo definire cos’è la memoria: è la capacità del cervello di conservare informazioni, di assimilare, ritenere e richiamare, sotto forma di ricordo, le informazioni apprese durante l'esperienza o per via sensoriale. La capacità di apprendimento e di immagazzinamento dei dati acquisiti rende possibile la conoscenza da cui dipendono tutte le nostre azioni soggettive e le condotte sociali, che sono fondate sul recupero a livello della consapevolezza delle informazioni precedentemente archiviate.
Stando ad alcuni studi, le cause delle difficoltà cognitive sono collegate all’avanzare dell’età e al decadimento cognitivo. L’enfasi posta alla demenza può creare una vera e propria fobia della demenza. Eppure non tutte le difficoltà di memoria sono dovuti a disturbi neurologici, ma può succedere che fattori come ansia e depressione possano intaccare il normale funzionamento della memoria.
In un paziente che soffre di depressione, i problemi relativi alla memoria e all’attenzione si verificano soprattutto in due circostanze: 1. tono dell’umore deflesso, ovvero quando il paziente riscontra un calo dell’umore; 2. quando i sintomi sono quasi del tutto scomparsi e quindi si verifica una remissione. Ma non solo, problemi di concentrazione e di memoria possono, altresì, essere amplificati da stati di ansia. Lo stato affettivo abnorme vissuto durante un periodo di ansia e depressione può far sì che si produca un disturbo dell’attenzione con la conseguenza di non riuscire a fissare i ricordi.
Se invece parliamo di disturbi della memoria, quindi dimenticanze che hanno a che fare con le patologie ad essa associate, si tratta di dimenticanze più gravi sia per quantità che per qualità del ricordo perduto. Ad esempio a seguito di traumi contusivi possiamo avere un’amnesia lacunare; oppure nel morbo di Alzheimer.
“Senza ricordi non c’è presente”
Still Alice
La memoria, quindi, è quella capacità del cervello che tiene unito il presente al passato, serve a fare da ponte nella nostra storia di vita. Grazie ai ricordi riusciamo a ricostruire la nostra memoria, e grazie ad essi che ci sentiamo vivi, sentiamo di aver vissuto, di aver fatto tesoro delle nostre esperienze.
“La memoria: lo spazio in cui le cose accadono per la seconda volta.” Paul Auster
Dopo una certa età è quasi fisiologico avere una minore prontezza mentale e dei disturbi della memoria, in particolare di quella a breve termine. L’invecchiamento comporta una serie di alterazioni a livello cellulare e neurologico che sfociano in mancanza di attenzione, memoria e riduzione dei riflessi che possono essere di diversa entità fino ad arrivare, in alcuni casi, a patologie molto gravi come morbo di Alzheimer o la demenza senile. I disturbi cognitivi dovuti all’invecchiamento sono inevitabili e possiamo solo cercare di prevenirli o ritardarli.
Per farlo può essere utile svolgere attività fisica anche dopo una certa età, tenere sempre impegnato il cervello con letture, studio e relazioni sociali. Attraverso la dieta o l’integrazione naturale bisogna assumere un giusto quantitativo giornaliero di sostanze antiossidanti e di omega-3, che migliorano le funzioni cerebrali e riducono i danni dei radicali liberi.
Il reale problema dei nostri giorni è che molto più spesso i problemi cognitivi e di perdita di memoria vengono segnalati da persone giovani.
Le motivazioni vanno ricercate sicuramente in uno stile di vita scorretto. Ritmi frenetici, sonno irregolare o eccessivo stress possono influire in maniera negativa sulle nostre performance cognitive.
In questo caso consigliamo di rivedere prima di tutto il proprio stile di vita cercando di regolarizzare i propri orari di lavoro, dedicando tempo al riposo e al tempo libero per rigenerare la mente affaticata. Molto utile può essere praticare sport in modo regolare, al fine di migliorare l’ossigenazione di tutti gli organi o attività che promuovono il rilassamento come lo yoga e la meditazione.
Da un punto di vista nutraceutico l’approccio, sia nel caso dei problemi cognitivi dell’anziano che nei giovani o adulti, è pressoché lo stesso. Come detto bisogna utilizzare omega-3 e antiossidanti e prediligere prodotti a base di estratti di piante con attività tonica o adattogena o con componenti attivi che blocchino il metabolismo dell’acetilcolina, neurotrasmettitore fondamentale per la nostra attività sinaptica.
Il consiglio più interessante, però, viene direttamente dalla Medicina Tradizionale Cinese che mette al centro il benessere di alcuni organi legati alla Memoria: cuore, rene, surrene e milza.
La Milza influenza la memoria a breve termine e la concentrazione. Nel nostro corpo ha la funzione di “filtrare” il sangue e di assistere lo stomaco nella digestione e le sue funzioni sono intaccate da stress e preoccupazioni andando ad influire su circolazione sanguigna e corretto assorbimento dei nutrienti.
Il Rene è considerato dalla tradizione cinese come la casa dello Jing, l’energia vitale, poiché fornisce al corpo energia, regolando pressione e quantitativi di Sali minerali, e determina l’azione del Surrene, una ghiandola preposta alla secrezione del cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress.
Il Cuore influisce sulla memoria a lungo termine poiché un suo corretto funzionamento determina un afflusso regolare di sangue al cervello e quindi determina, nel lungo periodo, un minore deterioramento delle funzioni cognitive.
Per questo nell’immagine, qui riportata, associamo dei rimedi naturali contenenti sostanze nutraceutiche al supporto delle funzioni di questi organi e di conseguenza della memoria e delle nostre funzioni cognitive.
Per favorire il microcircolo e le funzioni cardiache possiamo usare il Ginkgo Biloba, la Rosa, il Cacao e l’Ylang Ylang.
Rodiola, Lavanda e Passiflora hanno funzioni adattogene che ci permettono di resistere allo stress e rilassanti per ridurre gli effetti cognitivi del cortisolo prodotto dal Surrene.
Per il benessere renale soprattutto nel periodo invernale può essere utile bere degli infusi o tisane calde a base di Zenzero o Equiseto e assumere bacche di Goji, sostanze con attività spasmolitica e antiossidante.
La milza può essere supportata dalle attività nutraceutiche dei componenti di Liquirizia, Artemisia, Bacopa e Ginseng.
Tutte queste piante hanno azione direttamente sul sistema nervoso centrale agendo contro i radicali liberi, migliorando il microcircolo e la funzione dei neurotrasmettitori. Allo stesso tempo, influiscono in maniera indiretta sulla nostra memoria supportando diversi organi fondamentali per le funzioni cognitive.
Possiamo dire che il Benessere e la Salute derivano dal corretto funzionamento di tutti i componenti del nostro organismo e per questo il nostro approccio deve essere sempre a 360°, agendo sullo stile di vita, sulla dieta e sull’integrazione alimentare con il supporto di diverse figure professionali nell’ambito della salute.
Dr.ssa Rita Zampi - Psicologa
Dr. Osvaldo Acquaviva - Farmacista
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